CAPIRE LA BOSNIA

 

  1. INTRODUZIONE

 

La Bosnia oggi si presenta come  un crogiuolo di strutture amministrative e di governo che diventa difficile comprenderne il funzionamento e le interconnessioni a  coloro che  non hanno  dovuto interessarsene per motivi professionali, di studio o per semplice desiderio di approfondimento culturale.

Ho quindi ritenuto opportuno tracciare un ritratto dello Stato della Bosnia -  Erzegovina attraverso i suoi aspetti amministrativi, istituzionali e politici per permettere anche al lettore di familiarizzare con i problemi essenziali che si presentano oggi al Paese ed alla Comunità Internazionale.      Tratterò delle strutture amministrative e politiche ed accennerò alla complessità dei differenti partiti della Bosnia - Erzegovina  per soffermarmi sulla situazione politica, economica e militare, prima di concludere con alcune notazioni sui diversi problemi di maggiore attualità

 

  1. LE STRUTTURE AMMINISTRATIVE

    

            Cominciamo innanzi tutto con la presentazione delle differenti bandiere che sventolano in Bosnia Erzegovina . Sono tre: (fig. 1)

- La bandiera della Bosnia - Erzegovina che é stata imposta ( come la moneta - il marco convertibile KM - , il passaporto e le targhe automobilistiche ) dall ’Alto Rappresentante civile in BiH . Le stelle rappresentano l ’Europa,  il triangolo le tre etnie ed il giallo identifica  il sole .

- La bandiera della RS : la croce al centro della bandiera serba é segnata da quattro lettere dell ’alfabeto cirillico che riassumono il motto: Soltanto la Serbia Salverà i Serbi.

-   La bandiera della Federazione: Lo scudo della bandiera riprende il giglio bosniaco, la dama croata e la bandiera europea.

Per quanto riguarda le strutture amministrative  queste sono abbastanza complesse e scaturiscono dagli accordi di DAYTON ,firmati a Parigi il 14 dicembre 1995 , che hanno posto fine alla guerra.

La Bosnia - Erzegovina é un solo stato , la sua capitale é Sarajevo.

Questa organizzazione statuale é composta da due parti distinte chiamate « entità » : la Repubblica Srpska  e la Federazione della BiH.(fig.2) 

La Federazione della Bosnia - Erzegovina (BiH) riunisce essenzialmente due etnie:I Bosno - Musulmani (o Bosniaci) ed i Bosno Croati .La sua capitale é sempre Sarajevo.

La Repubblica Srpska é una entità sensibilmente omogenea dal punto di vista etnico , quasi esclusivamente popolata da Bosno-Serbi. La sua capitale é  Banja-Luka.

Sul piano religioso i Bosniaci sono musulmani, i Bosno - Croati sono cattolici romani ed infine i Bosno - Serbi sono cristiani ortodossi.

 

Sul piano locale , le due entità della Bosnia hanno le stesse strutture di prima della guerra. Il paese é diviso in 155 municipalità o Opstine : 92 in Federazione e 63 in RS . Ogni Opstina é distinta da un numero e da un nome, generalmente quello della località più importante (fig.3).

 

La superficie di una Opstina é molto variabile. Gli accordi di Dayton hanno tracciato nel 1995 una linea di separazione tra le due entità della BiH . Questa linea, l ’IEBL (Inter-Entity Boundary Line), passa in mezzo a qualche Opstina e la taglia in due. Si é così assistito nel 1995 alla creazione di nuove Opstine derivanti dal disegno di tale tracciato (fig.3).

All ’interno della BiH , la Federazione é divisa in dieci Cantoni amministrativi ognuno dei quali raggruppa più Opstine. (fig.4)

Un caso particolare è rappresentato da MOSTAR , che é la seconda città della BiH. 

Questa comprende sette municipalità: una zona centrale « mista », cioè composta sia da bosno - musulmani sia da bosno – croati  e sei municipalità , tre bosno - croate e tre bosniache (fig.5). Queste sono dirette da un sindaco e dal rispettivo  consiglio come una municipalità classica.

L ’insieme è capeggiato dal « Mostar City Council »,il vecchio consiglio della città, eletto con un sistema proporzionale e diretto da un sindaco ed un vice sindaco eletti per due anni ed appartenenti alle opposte etnie. Tutti gli anni i due rappresentanti scambiano le  posizioni.

La Repubblica Srspka ,si presenta  più semplice perché non comprende cantoni ed é amministrativamente composta da 63 municipalità (fig.6) .

PALE, feudo di M. KARADZIC e dei radicali serbi, era la vecchia capitale divenuta tristemente famosa durante la guerra civile. Il governo moderato della Sig.ra PLAVSIC ha trasferito la capitale a Banja Luka nell ’ovest della RS  nel feudo dei moderati.

Una particolare attenzione va posta  sulla posizione strategica di BRCKO .Questa città , che era sotto amministrazione serba , si é costituita nel mese di marzo 2000 in distretto neutro collegato alla Bosnia – Erzegovina

Tale decisione ha per lungo tempo alimentato la crisi politica attuale nella RS perché l ’Entità si ritrova tagliata in due.

 

3.GLI ORGANI LEGISLATIVI

          

Altrettanto articolato si presenta il potere legislativo ed esecutivo della BiH (fig.7). Nella RS , il popolo elegge gli organi legislativi di ciascuna opstina  ed anche,in modo diretto con il sistema proporzionale, 83 deputati che siedono nella “ RSNA “ Assemblea Nazionale della RS .  Gli elettori eleggono infine il Presidente della RS ed  il loro rappresentante etnico alla presidenza tripartita della BiH.

Nella Federazione della BiH il popolo elegge direttamente gli organi legislativi di ciascuna opstina e di ciascun Cantone ed i 140 deputati alla « Camera dei Rappresentanti della FBiH ». Gli eletti a livello cantonale a loro volta eleggono 74 deputati (Senatori) alla « Camera dei Popoli ». Queste due camere designano il Presidente della FBiH . Per contro i rappresentanti etnici della presidenza tripartita sono eletti direttamente dal popolo.

A livello nazionale , i popoli della RS e della FBiH eleggono i loro deputati rispettivamente alla « Camera dei Rappresentanti della BiH » nella misura di 28 seggi per la FBiH e di 14 seggi per la RS.

Gli eletti (Senatori) alla « Camera dei Popoli » della FBiH ed i deputati bosno - serbi della RSNA  « Assemblea Nazionale della RS » eleggono, infine, 5 deputati per ciascuna etnia (senatori della BiH) alla “Camera dei Popoli della BiH” .

Gli elettori sono stati chiamati a votare nel novembre del 2000 per le elezioni generali per eleggere i rappresentanti :

- alla  camera dei Rappresentanti della Federazione e delle assemblee cantonali;

- alla Camera dei Rappresentanti della BiH;

- alla  Presidenza  della RS ed alla  assemblea nazionale RS.

 

Nel 2002 saranno ancora chiamati a votare per la    la Presidenza Tripartita.

Non bisogna dimenticare che nell ’aprile 2000 gli stessi elettori erano stati chiamati ad eleggere le assemblee municipali.

 

 

  1. IL POTERE ESECUTIVO

 

I Governi della Bosnia, cioè della Federazione (compreso i Cantoni e le municipalità) e della RS , attuano il principio di  ripartizione delle responsabilità tra il governo nazionale e quelli delle entità (fig.8).

Il governo nazionale é responsabile degli affari esteri , della moneta e della finanza, della cittadinanza e dell ’emigrazione, delle comunicazioni e dei trasporti , ma anche dell ’applicazione delle leggi internazionali sulla criminalità.

I governi delle Entità sono responsabili della Difesa (esistono infatti più Forze Armate distinte), dell ’interno e della giustizia , dei rifugiati , dell ’educazione,della sanità , dell ’agricoltura e del commercio.

 Occorre soffermare l’attenzione sul fatto che il governo nazionale non ha autorità sulle Entità . Questa larga autonomia lasciata alle Entità permette di evitare le contrapposizioni, ma nello stesso tempo rafforza le tentazioni separatiste di ciascuna Entità con particolare riguardo per la RS .

Questa ripartizione di responsabilità tra i governi rischia di essere messa in causa con l ’entrata in vigore della nuova organizzazione del Consiglio dei Ministri della BiH votata a metà aprile del 2000 dalla Camera dei Rappresentanti.

La Presidenza tripartita a capo del potere esecutivo della Bosnia è in fase di ridefinizione dopo le elezioni del novembre 2000, le dimissioni di  IZETBEGOVIC e l’estromissione del Bosno - Croato Ante JELAVIC ordinata dall’Alto Rappresentante dell’UN .

Anche il Consiglio dei Ministri é tripartito.

A livello nazionale esistono sei ministeri. Tutti i posti sono tripli. Il presidente del consiglio dei ministri é anche incaricato della direzione di un ministero con portafoglio. La funzione di presidente del consiglio é assunta a turno da un ministro di ciascuna etnia. La rotazione avviene ogni otto mesi  nello stesso momento in cui avviene la rotazione alla presidenza.

Il governo attuale é stato approvato dalla Camera dei Rappresentanti della Bosnia  il 22 febbraio 2001

Nel dettaglio la ripartizione del potere esecutivo in Federazione può essere riassunta nel seguente modo

- la federazione raggruppa due etnie. I posti di Governo sono doppi ad eccezione di due. Due ministeri “senza portafoglio “ che sono stati creati per garantire l ’equilibrio tra bosno - croati e bosno – musulmani;

- tutti i posti cambiano titolare all ’inizio dell ’anno secondo lo stesso principio che regola il funzionamento dei poteri nel governo centrale della Bosnia. La compagine attuale é stata nominata il 01 gennaio 2001;

- quattro ministeri sono ufficialmente situati a MOSTAR . Questo distaccamento é in realtà teorico perché solo il Ministero dell ’Educazione  ha cominciato ad istallarsi in quella città  da poco . Nella pratica , i contatti tra il titolare ed il suo vice si svolgono per telefono con le Istituzioni spesso completamente separate fisicamente  e per ciascuna etnia.

 

A livello cantonale, sui dieci cantoni della Federazione 4 sono governati dai Bosniaci , 3 dai Bosno -Croati e 3 da governi misti.

 

Tra questi , il Cantone 9 (Sarajevo) ha visto la vittoria di una maggiorità musulmana schiacciante , ma il governo é misto. Questo si spiega per due ragioni :

-  la capitale della Bosnia non  può essere controllata da una sola etnia ;

- la pluralità del cantone 9 impedisce ai musulmani di controllare totalmente  i cantoni della Federazione in virtù di una maggioranza  assoluta. 

 

Ogni Cantone possiede un suo governo con un suo governatore , un primo ministro e sei ministri. Se il Cantone é misto, tutti i posti, ivi compreso quello del governatore e del primo ministro , sono raddoppiati da un posto di vice ministro tenuto da un membro della opposta etnia.Tutti gli anni il titolare lascia il posto al suo vice.

Il governo di un cantone possiede una larga autonomia tranne in materia di difesa.

I cantoni misti sono più  soggetti a forme  di instabilità provocate dal cambiamento incessante di titolari e di vice .

 

A livello di opstine si trova una struttura identica con un sindaco ,un presidente del consiglio municipale e dei « ministri » .

Per quanto riguarda il potere esecutivo bosno – serbo il Presidente della Repubblica Srspka  é  supportato da un vice - presidente

Il governo é diretto da un primo ministro che dispone di 4 Vice - Primi Ministri , che occupano anche una specifica funzione nell ’ambito del governo.

Il primo ministro é nominato dal presidente ed é confermato dall ’Assemblea Nazionale della RS alla quale deve sottoporre il suo progetto di governo.

 

  1. I PARTITI POLITICI

 

Fare un sintetico punto di situazione sui partiti politici in Bosnia non è cosa facile. Cercherò di passarne in rivista solo una piccolissima parte dei 250 che si é potuto repertoriare fino ad adesso, senza contare le alleanze che si formano e si dissolvono a piacimento nelle elezioni a livello municipale, cantonale, federale o nazionale, ma anche tra moderati e radicali, dentro una etnia o con un ’altra , dentro una entità o con quella accanto. (fig.9)

           Quattro  formazioni dominano il paesaggio   politico della Bosnia:

-         l ’SDA bosniaco di M. IZETBEGOVIC, in seno alla coalizione  KCDBiH (o SCDBiH, a seconda delle elezioni ), é il partito nazionalista e religioso al potere ed anche il più potente. Esso  poggia sui notabili musulmani locali e predica una Bosnia unificata e “multietnica”. Ha un solo leader  la cui uscita dalla scena politica potrebbe portare nel breve periodo a forme di instabilità interne al partito stesso.

-         L ’ SDP BiH (partito  sociale democratico della BiH)  é nato dall’unione, nel febbraio 1999, dell ’ SDP di M. LAGUMDZIJA e dell ’SD BiH di M. BESLAGiC. Questo nuovo partito predica l ’unità e la multietnicità della Bosnia. L ’ SDP si considera come il successore del partito social - democratico fondato nel 1909. Avrebbe contato, prima della guerra, su 70.000 aderenti. Questa fusione ha dato vita al secondo partito della Camera dei Rappresentanti della BiH e  la sola vera opposizione all ’SDA.

-         L ’SDS di M. KALINIC (partito democratico serbo della RS) é l ’antico partito di M. KARADZIC e di M. KRAJISNIK. E’ largamente maggioritario da due anni anche se,  dopo la vittoria di Mme PLAVSIC e della formazione della coalizione moderata SLOGA, ha subito un ridimensionamento. Partito nazionalista e conservatore é molto presente nella regione di Pale ,Rogatica ,Visegrad. Favorevole alla “frontalizzazione della IEBL “, la sua immagine radicale si è, tuttavia, attenuata nonostante alle ultime elezioni abbia ottenuto risultati incoraggianti e stia mostrando una certa tendenza, almeno in apparenza, alla collaborazione con la Comunità Internazionale. Resta, comunque, il primo partito bosno - serbo.

  -  L ’ HDZ (Comunità Democratica Croata) di M. JELAVIC  é il primo partito bosno - croato  (esiste  un HDZ  anche in  Crozia). Onnipresente nella vecchia  Herceg Bosna , é controllato dal suo omologo croato di cui M. TUDJMAN era il presidente, prima della sua scomparsa. Fondato nel 1990 é come l ’SDA e SDS nazionalista e conservatore. Esso vede la sua influenza diminuire e sembra esitare sulla linea politica da adottare tra la promozione della terza entità ed il federalismo.

Alcune annotazioni appaiono opportune per chiarire taluni legami importanti con partiti e coalizioni di altre nazioni limitrofe :

- i partiti sono quasi tutti etnicamente omogenei anche quelli che predicano la “multietnicità” ;

- presso i Bosniaci e i Bosno-Croati , il primo partito é dominante ed é spesso un partito radicale. Soltanto la RS possiede una opposizione forte, anche se essa esiste soltanto da poco tempo;

- sembra che i partiti piccoli desiderino sempre più allearsi per opporsi ai grandi partiti bosniaci e bosno-croati.

 

6.      SITUAZIONE POLITICA

 

La Bosnia Erzegovina é entrata nel nuovo millennio ma non vi é traccia di una rapida progressione verso la formazione di un governo moderato. Al contrario gli stessi personaggi chiave che hanno raggiunto il potere dopo la guerra sono ancora presenti nelle posizioni di governo, anche se a volte in forma occulta. Nella Repubblica Srpska il tentativo dei moderati, piazzati al potere dalla Comunità Internazionale, é franato miseramente a causa dei disastrosi risultati economici e sociali delle loro politiche. L’attivazione delle Istituzioni  dopo le elezioni, invece di un futuro favorevole, ha dato ,agli osservatori, una immagine pessimistica sia della BiH sia del suo avvenire.

In BiH , l’Alleanza per il Cambiamento (AC) potrebbe per la prima volta costituire un’ alternativa ai monolitici partiti del periodo bellico. Occorre, tuttavia, considerare che AC é costituita da tanti piccoli partiti e la sua abilità di mantenere uniti i differenti alleati al momento di fronteggiare i problemi più critici e più ardui sarà una sfida molto problematica e difficile. Non vi é ancora stata una reale dimostrazione in questo Paese che i politici abbiano posto l’interesse della propria gente come priorità assoluta.

Quattro mesi dopo le elezioni le Istituzioni della BH e della Federazione sono quasi tutte insediate, tuttavia la loro struttura é messa in causa da alcune proposte di uomini politici.

Due grandi tendenze si contrappongono: il rafforzamento del Potere Centrale o la “decentralizzazione” a beneficio degli elementi costitutivi che disporrebbero di una significativa autonomia.

Lo spirito degli Accordi di Dayton con l’organizzazione della BH in due entità opta chiaramente per la “decentralizzazione”. Il rimettere in causa questa scelta iniziale provoca da più mesi una destabilizzazione del fragile equilibrio politico.

Contravvenendo agli accordi di Dayton, il congresso nazionale dei Bosno –Croati (HNS) vuole imporre l’uguaglianza costituzionale dei tre « popoli » della BH di cui la Costituzione garantisce il loro spazio all’interno della Federazione.

Quasi tutti i partiti politici B-Croati, cioè l’espressione del  90% dei suffragi espressi dall’elettorato B-Croato ,  hanno partecipato all’ultimo congresso tenuto il 3  marzo ultimo scorso. La piattaforma presentata  pubblicamente prevede un governo croato auto proclamato , con i poteri esecutivi, legislativi e giudiziari.

Inoltre l’HDZ (Comunità Democratica Croata) chiede il soddisfacimento della seguente piattaforma:

- reintegrazione dei deputati B-croati che l’OSCE aveva escluso dopo le elezioni del novembre 2000 ;

- annullamento di tutte le decisioni nel frattempo prese dalle camere dei popoli della Federazione e della BH ;

-   rispetto da parte della Comunità Internazionale (in particolare dell’Alto Rappresentante) della volontà del popolo B-Croato.

W. PETRITSCH (l’Alto Rappresentante in Bosnia), ha espresso l’opinione che il tentativo dell’HDZ condurrà alla ghettizzazione, all’isolamento ed alla rovina della comunità croata.

L’illegalità e la violazione della Costituzione della BiH , come degli accordi di Dayton sono fuori di ogni dubbio. Tuttavia, il concetto di un’altra BiH comprendente più sottoinsiemi aventi gli stessi diritti e responsabilità é una base di negoziazione che non sembra del tutto incoerente.

In BiH i B-Croati sono per statuto uno dei tre popoli costitutivi la nazione bosniaca, ma il loro spazio é a poco a poco sempre più compromesso. Questo non puo’, comunque,  giustificare completamente il ricorso a forme di ultimatum e di ricatto della Comunità Internazionale.

Per evitare di rimettere in discussione gli accordi di Dayton, di cui alcune disposizioni, dopo cinque anni, appaiono non rispondere più ai bisogni, sarebbe opportuno procedere ad un adattamento concordato di alcune modalità applicative. Ciò consentirebbe di trovare una via d’uscita della crisi attuale.

L’HR, Mr. PETRITSCH, ha reagito in modo duro sollevando dall’incarico di co - presidente della BiH JALEVIC ed altri importanti rappresentanti dell’ HDZ.

L’azione pesante potrebbe fare dei rappresentanti B-croati colpiti dalle sanzioni , dei martiri ed il simbolo della causa croata, legittimare le richieste avanzate nel nome del popolo croato, legare e mobilitare i Bosno – Croati e rinforzare i radicali.

L’HR sud , l’ambasciatore SIMPSON aveva qualche giorno prima raccomandato  la prudenza. Alcune dichiarazioni del Gen.JELIC (Comandante del 1° Corpo delle Guardie ) mostrano che i piani e le reazioni che possono provocare le prese di posizione della CI sono stati studiati dai responsabili civili e militari.

Bisogna  riportare alla memoria la valutazione di Jadranko PRLIC, ministro degli affari esteri della BiH , nella quale evidenziava il malcontento collettivo presso gli intellettuali croati che, a suo avviso, appariva  più forte di quello che si poteva percepire alla vigilia della guerra civile.

Nella RS l ’SDS di Dragan KALINIC ha trovato il suo potere di base tra la popolazione laddove il Primo Ministro della RS Milorad DODIK é stato ritenuto responsabile del collasso economico della RS.

Soltanto la nomina di Mladen IVANIC quale Capo del futuro governo lascia intravedere qualche speranza.

A dispetto del grave fardello finanziario, IVANIC deve riuscire a soddisfare la Comunità Internazionale senza deludere le aspettative dei Bosno - Serbi per i quali lo standard di vita rappresenta la maggiore preoccupazione.

Per quanto riguarda la Comunità Internazionale le diverse organizzazioni OHR, UNMBiH, UNHCR, OSCE e le molte organizzazioni governative e non, agiscono spesso in modo non coordinato e generano l’impressione che ognuno persegua obiettivi propri .Ciò ha portato , a volte, ad errori anche di notevoli proporzioni nell’impiego delle risorse .

La coordinazione degli sforzi e delle idee è una sfida di non poco conto.

Le strutture militari presenti in Bosnia sotto Comando SFOR appaiono, come nelle migliori tradizioni, l’unico organismo ben strutturato, di grande flessibilità, capace di fronteggiare le sfide che vengono poste. I militari della SFOR sono spesso promotori di iniziative e di progetti diretti a raggiungere obiettivi concordati e si pongono , sempre più, quale valido ed insostituibile elemento di raccordo tra le molteplici Istituzioni chiamate in causa.

 

7.      SITUAZIONE ECONOMICA 

 

L’economia é il solo motore che puo’ consentire di disporre di risorse per attuare le riforme governative e sostenere il popolo , ricostruire le infrastrutture, incrementare l’occupazione, rendere più facile il ritorno dei rifugiati ed evitare la fuga dei giovani dal paese. La Bosnia ha bisogno di aiuto per attrarre gli investitori esterni e per cambiare la mentalità delle Istituzioni bosniache verso l’economia di mercato.

      Molti partiti politici funzionano come imprese criminali. I legami tra i “leaders” dei partiti, i grandi affaristi e le organizzazioni criminose sono  innegabili. Tali relazioni di potere scavano denaro dalle Istituzioni di governo, privando il Governo ed il popolo delle risorse .La polizia ed il sistema legale non hanno né la volontà , né la capacità né le risorse per avere successo nella lotta alla corruzione. Questa radicata piaga deve essere smantellata o quantomeno indebolita se si vuole garantire il progresso in BiH . L’esistenza di tali organizzazioni al loro livello attuale di sofisticazione impedirà di attuare le riforme governative.

      Occorre creare un sistema coordinato d’interventi che sposti le risorse investite dai molteplici organismi internazionali, anche non governativi,  verso la realizzazione di grandi infrastrutture e lo sviluppo di  sistemi di comunicazione,  invece di distribuire aiuti a pioggia con risultati non certo esaltanti. L’emergenza del dopoguerra é in gran parte superata anche se é lungi dall’essere risolta. I molti interventi di ricostruzione effettuati non sempre sono andati a buon fine, cioè non sempre sono stati accompagnati dal rientro del legittimo proprietario  nel luogo della ricostruzione. Ciò é legato a numerosi fattori quali la mancanza di lavoro e di mezzi di sopravvivenza, la paura di un rientro in un ambiente dove si apparterrebbe ad una minoranza(nel senso più concreto del termine) ,  la realizzazione , dopo otto o nove anni, di nuovi interessi , amicizie, nuove possibilità di fronteggiare la vita di ogni giorno.

      Occorre fornire opportunità di lavoro e di guadagno per consentire alle differenti famiglie, oggi frustrate dalla mancanza delle risorse minime, di provvedere alla ricostruzione della propria dimora nel luogo che sarà scelto  e non imposto dal bisogno e dalla disperazione.

Il futuro prossimo (primavera ed estate) sarà turbolento. Gruppi sempre più numerosi, stanno cominciando a dimostrare per richiedere incrementi salariali o il pagamento di stipendi arretrati a fronte di una economia che sta invece peggiorando. Molti sono quelli che non hanno un lavoro e chi lo ha non è pagato.

 

 

 

  1. SITUAZIONE MILITARE

 

Pressata da ragioni politiche ed economiche , la Bosnia Erzegovina non puo’ mantenere l’attuale struttura delle Forze Armate delle Entità. Il bilanciamento militare delle forze tra l’Esercito Bosno – Serbo (VRS) e   l’Esercito della Federazione Bosniaca (VF) formato dalle  due componenti Bosniaca e Bosno – Croata, rimane nell’ambito delle proporzioni concordate. Entrambi le Forze Armate stanno subendo un calo delle disponibilità finanziarie ed una diminuzione delle capacità operative e di combattimento. Nonostante l’apparente  cooperazione su una comune politica di difesa, ciascuna Forza Armata continua a vedere l’altra come una potenziale minaccia nell’ambito di  una mutua diffidenza che permane quale conseguenza della brutale guerra civile del 1992 – 95. La Bosnia conta fortemente sulle Forze di Stabilizzazione (SFOR) per garantire sicurezza e stabilità. I B-Croati continuano a porre resistenza ad una completa integrazione nell’ambito dell’Esercito della Federazione, temendo che i Bosniaci possano dominare tutte le strutture integrate. Inoltre, la  continua assistenza esterna della Croazia a favore dell’entità Bosno – Croata dell’Esercito della Federazione e della Repubblica Federale Jugoslava (FRY) a favore della VRS , sebbene significativamente in declino , complicano ogni sforzo di unificazione.

I Bosno Serbi ritengono che l’integrazione possa minacciare la sopravvivenza della Repubblica Srpska e preferiscono la completa demilitarizzazione (proposta all’Assemblea Nazionale della Repubblica Srpska dal deputato Gavrilo ANTONIC) ad ogni possibile forma di unificazione. Una rapida e forzata integrazione condurrebbe, tra l’altro, alla realizzazione di un’ organizzazione non funzionale e potrebbe portare ad una sorta di legittimazione di formazioni paramilitari che sicuramente nascerebbero per dare sicurezza alle rispettive fazioni etniche.

La riduzione delle Forze Armate delle Entità é , comunque,  una esigenza reale ed é  legata ad un duplice ordine di fattori :

-   procedere verso la realizzazione di Forze Armate numericamente meno consistenti ed in linea con le possibilità economiche del Paese per assicurare, da un lato una maggiore fiducia reciproca e realizzare dall’altra delle economie di scala utili al rilancio economico ;

-   consentire la riduzione graduale delle Forze SFOR sul territorio senza comprometterne il potere di deterrenza .

Occorre , tuttavia, risolvere alcune problematiche di fondo che ostacolano il processo di un reale cammino verso una maggiore fiducia reciproca .

E’ necessario definire la politica di difesa e sicurezza della BiH e cercare di sciogliere il nodo sullo scopo del mantenimento di tre Forze Armate in un Paese che é grande poco più  di una media regione italiana. In sintesi occorre definire se le due (ma nella realtà esse sono  tre ) Forze Armate della BiH ed i tre ministeri devono continuare ad essere mantenuti ( anche con i soldi della Comunità Internazionale) per difendere la Bosnia o se devono essere tenuti pronti a difendersi dalle azioni intimidatorie o aggressive che possono venire da una Entità interna al Paese stesso .

Le differenti componenti delle Forze Armate anche se mostrano una propensione progressiva verso il dialogo mantengono tuttavia una assoluta rigidità , in special modo da parte serba ed in minor misura dalla parte croata, verso la costituzione di Forze Armate unificate. Sembra poter essere considerata come possibile la costituzione di un Comando Multietnico a livello centrale fermo restando la suddivisione delle singole strutture legate alla diversa configurazione basata sulla  differenziazione etnica. Ancora oggi, i vari organi politici stanno discutendo se i tre Ministri della Difesa debbono agire e decidere su base collegiale o se ciascuno di loro deve interessarsi della Forza Armata della propria etnia.

Le recenti riduzioni che hanno portato ad un taglio complessivo del 30% delle forze, imposto dalla Comunità internazionale, non sono state accolte con molto entusiasmo dai militari che hanno sostenuto, in tutti i modi, il mantenimento dello “status quo” per evitare lo scioglimento definitivo delle unità.

Nonostante gli aiuti ed il sostegno su progetti concreti da parte della Banca Mondiale, i militari hanno cercato fino all’ultimo di evitare simili decurtazioni facendo balenare il pericolo di disordini sociali a causa della disoccupazione che, già elevata, avrebbe subito un ulteriore incremento con il proscioglimento dei militari di carriera.

Occorre evidenziare anche il fatto che nonostante la Bosnia stia attraversando una situazione economica drammatica e che le distruzioni della guerra siano una catastrofe naturale di notevoli proporzioni, i militari ritengono di non dover essere impiegati, per sollevare le sorti del paese, in una ricostruzione che, secondo il loro parere, deve essere portata avanti dai civili. Cosi’ come pretendono di essere pagati con una speciale indennità pari a circa 25 DM al giorno, oltre alla copertura assicurativa a garanzia di eventuali incidenti, per eliminare le mine da loro stessi  seminate sul territorio .

Nello stesso tempo, mentre si lamentano per la carenza assoluta di mezzi finanziari per il mantenimento degli uomini e del parco, continuano a svolgere attività addestrative (soprattutto i serbi) con l’utilizzo di mezzi corazzati e sono immediatamente pronti a chiedere il  sostegno in carburante ogni qualvolta li si invita a svolgere dei lavori a favore della comunità  civile della Bosnia.

La riduzione delle forze ,quindi, secondo la visione dei militari delle Entità , diventa una problematica di carattere sociale da contrastare in ogni modo salvaguardando il mantenimento di tutte le Unità e cercando di apportare dei tagli a pioggia su tutti i reparti. Altro modo subdolo e poco convincente di effettuazione dei tagli programmati é il passaggio delle Unità in posizione « Quadro » o « riserva » . Bisogna, tuttavia, considerare che la capacità di mobilitazione delle Unità e delle masse è ben sperimentata ed é ben diversa di come la intendiamo noi.

Occorrerà, inoltre, mettere in discussione il numero delle Unità in « riserva » e degli armamenti accantonati nei depositi per abbassare la soglia del pericolo di possibili risvegli di violenza che potrebbero trovare una illimitata alimentazione nei depositi di armi munizioni ed esplosivi, il cui numero appare spropositato rispetto alle reali esigenze di qualsiasi pur ragionevole dimensione difensiva .

In sintesi ,appare opportuno procedere, nel breve termine, ad un ulteriore taglio degli effettivi per consentire di raggiungere un numero di militari presenti alle Armi in linea con gli standard dei paesi occidentali ed in relazione alle reali possibilità del paese.

 

9. CONCLUSIONI

 

In Bosnia Erzegovina non sono molte le ferite architettoniche che appaiono rimarginate mentre rimangono ancora aperte e sanguinanti le ferite della disoccupazione, di una economia quasi inesistente, delle fabbriche distrutte, dell’ottusità politica di gran parte dei vecchi uomini di potere che non vogliono rinunciare a  forme di radicalismo nazionalista.

Alcuni avvenimenti esterni ed interni offrono delle opportunità ed aumentano le prospettive di una possibile maggiore stabilità nella regione, ma gli stessi cambiamenti avvenuti in FRY e in Croazia ,non ancora completamente consolidati, si presentano come potenziali pericoli di ulteriori crisi regionali.

In Bosnia si é raggiunto uno stadio decisivo. Ci troviamo di fronte ad un ventaglio di opportunità che potrebbero permettere di fare la differenza qualora si agisse in modo rapido e ficcante. Per un reale cambiamento in BiH é necessario che la comunità internazionale cambi il suo atteggiamento e ponga in essere un approccio aggressivo alla ricostruzione definendo una strategia comune di intervento e la concentrazione degli sforzi su obiettivi sicuramente paganti in termini di sviluppo possibile del Paese.

Se si continua a procedere nello stesso modo si perderà questa opportunità e la BiH si assesterà su uno status quo politico con una economia sempre più in peggioramento e con una Comunità Internazionale che continua a perdere interesse.

Potrebbe essere arrivato il momento di rivalutare l’ « end state » per la BiH. La realizzazione di un paese moderno con gli standards previsti per le nazioni dell’Europa occidentale appare impossibile. Una più corretta visione potrebbe essere quella di fare della BiH un emergente paese dell’Europa orientale. Questa prospettiva consentirebbe  un confronto più appropriato per giudicare il PIL ,la disoccupazione, le strutture governative, la legge, l’ordine pubblico, ecc.. Un tale progetto potrebbe essere realizzato nel medio termine.

La BiH, purtroppo, dimostra la sua incapacità nel portare avanti da sola i  cambiamenti politici, economici e sociali che sono sempre più urgenti.E’ sintomatico che i media ed ancora di più che i normali cittadini richiedano un “protettorato” per la Bosnia Erzegovina.

I più ottimisti pongono tutte le loro speranze in nuove elezioni che potrebbero veramente rendere evidenti i veri vincitori.

Nel 2001 il governo della BiH è obbligato a dimostrare alla Comunità Internazionale, come pure al suo popolo, il raggiungimento di risultati significativi nei settori istituzionali, politici, economici, sociali.

Secondo molti osservatori “o adesso o mai più”.

 

G.R.

      

 

                                                                            HOME